Assertività: saper dire “NO”

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Nella mia esperienza professionale come Psicologa Clinica mi capita, spesso, di incontrare persone che non riescono a dire con fermezza e determinazione “No” a ciò che non desiderano.


La difficoltà ad esprimere all’altro la propria negazione rispetto a ciò che non vogliamo è, talvolta, frutto di emozioni forti che non si riescono a verbalizzare. Tra queste emozioni, ci sono la vergogna ed il senso di colpa. La tendenza, invece, ad esprimersi si chiama assertività.

Ci si ritrova così ad avere a che fare  a lavoro con il proprio capo che si approfitta della nostra disponibilità, dandoci compiti extra non validati per cui ci vergogniamo a rifiutare o con un nostro amico che ci esorta a delle feste perché si sente solo, mentre noi lo facciamo solo per tenergli compagnia altrimenti ci sentiremmo in colpa. In queste e molte altre occasioni, non si riesce a farsi rispettare nei propri diritti, mancando dunque di assertività.

Ma che cos’è l’assertività?

L’assertività è la capacità di saper affermare se stessi, di far valere i propri punti di vista rispettando quelli degli altri e di esprimere con determinazione le proprie emozioni, anche quelle negative. Essere assertivi, vuol dire trovare un compromesso tra un comportamento passivo ed uno aggressivo. Solitamente, chi possiede uno stile di comportamento aggressivo, si mostra concentrato sui propri bisogni, ha la tendenza a dominare l’altro con l’unico obiettivo di  avere un certo potere personale. Al contrario, comportarsi in modo passivo vuol dire arrendersi al volere altrui e reprimere i propri desideri, finendo per compiacere l’altro. Dunque, essere assertivi significa poter bilanciare le necessità degli altri con le proprie, generando così uno scambio in cui non c’è un perdente o un vincente, ma entrambi possiedono valore.

I 4 punti per allenarsi all’assertività

1. Siamo responsabili del nostro comportamento:

L’assertività rimanda ad un certo controllo che possiamo avere sul nostro comportamento e non su quello degli altri. Questo vuol dire che siamo pronti ad ascoltare i desideri dell’altro, decidendo di poter soddisfare le aspettative altrui ma, questa è una decisione frutto di una nostra scelta. Probabilmente è meglio che io faccia ciò che vuole lui, altrimenti la relazione può distruggersi!, considerazioni come queste, invece, sono tipiche di uno stile anassertivo e passivo.

2. Rispettiamo l’autonomia delle persone:

Mi ha detto di no, ce l’ha con me!, pensieri come questo ci portano alla credenza che gli altri possano essere non curanti dei nostri bisogni. Immaginare che sia così ci rende fragili e vulnerabili. Bisognerebbe solo accettare senza rancore le scelte altrui proprio come vorremmo nel caso in cui si trattasse di noi e dei nostri desideri.

3. Dobbiamo dire di no:

Ma cosa penserà se gli dico di no?, dobbiamo sempre mantenere dei confini intorno alle nostre necessità più profonde. Dire di no agli altri, significa dire si a noi stessi, altrimenti vorrebbe dire che sacrifichiamo il nostro essere. Per allenarci, potremmo cominciare dalle piccole cose per prendere dimestichezza con la parola “no”, magari a partire dalle situazioni in cui ci sentiamo più sicuri e a nostro agio.

4. Chiediamo ciò che ci interessa:

Mi farebbe piacere che tu mi aiutassi a sbrigare questa faccenda. Se siamo chiari nella formulazione delle nostre aspettative, possiamo facilitare il processo di ricezione in chi ci sta ascoltando. E’ importante ricordare di formulare la nostra comunicazione come fosse una richiesta e non come una domanda.

A partire da questi presupposti, ricordiamo che in ogni situazione le persone coinvolte hanno diritti correlati alla cultura e alle tradizioni di appartenenza. Tuttavia, esistono dei diritti inviolabili della persona, comuni a tutte le situazioni e non possono essere dimenticati.

“Ognuno ha la sua schiena per sopportare il peso di ogni scelta il peso di ogni passo, il peso del coraggio”. 

(F. Mannoia)

psicologa simona campanella siena

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Dr.ssa Simona Campanella
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Psicologa Clinica, vivo a Siena. Mi occupo prevalentemente di valutazione diagnostica, sostegno psicologico ad adulti, bambini e adolescenti. Esercito la mia professione in zona ma anche tramite Consulenze online in tutta Italia. Da sempre, intendo la mia professione come una risorsa da offrire all’altro per dare la possibilità di diventare più consapevoli di se stessi. Elaboro percorsi specialistici individualizzati in base alle esigenze della singola persona. Mi occupo di valutazione psicodiagnostica e trattamento di supporto ad adulti, bambini, coppie e famiglie. Nell'ambito dei disturbi dell'alimentazione, sono istruttrice di Mindful Eating secondo il protocollo MB-EAT (Mindfulness Based-Eating Awereness Training). L’approccio terapeutico che prediligo è quello ad orientamento cognitivo-comportamentale, una Psicoterapia scientificamente fondata e che aiuta a mettere in relazione emozioni, pensieri e comportamenti. Inoltre dedico la mia professione con grande passione nell’ambito della Disabilità; infatti, da diverso tempo mi occupo di favorire l’integrazione sociale attraverso azioni interattive che restituiscono alla persona disabile il ruolo di cittadino attivo.

1 commento

  1. Grazie Dottoressa dell’articolo molto interessante, non mi ero mai soffermato a valutare come l’assertività possa essere una qualità da sviluppare. Saper dire di no, con eleganza magari, aiuta a volte anche a preservare le proprie aspirazioni o volontà. Sarebbe interessante se in futuro ci parlasse sempre dei “No” ma di quelli ricevuti nella vita di tutti i giorni. Sarei curioso di sapere il suo punto di vista a riguardo. Grazie ancora!

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